Il
Calendario celtico
Significato e etimologia dei termini impiegati.
Attributi dei mesi
Mat
Fausto, favorevole.
L’attributo matu- è riservato ai mesi di 30 giorni, normalmente sotto
l’abbreviazione mat o m, e si oppone all’attributo anm[atu-]
tipico dei mesi di 29 giorni. Eccezione a questa regola il mese di Equos
che pur avendo 30 giorni è classificato Anm[atu-].
Nel celtibero troviamo il termine matuś che potrebbe significare “buono,
favorevole”, interpretazione rafforzata dall’irlandese arcaico maith
“buono, eccellente, vantaggioso, fausto”, dal gallese mad “fortunato, di
buon augurio” e dal bretone arcaico mat “buono”.
Anche il latino mātūrus “favorevole, che si produce nel momento giusto”
evidenzia il prefisso mat-.
Altre conferme derivano dagli antroponimi (i nomi delle persone) gallici che
dovrebbero confermarne l’interpretazione, il nome celtico Matu-genos ad
esempio significherebbe infatti “fortunato, nato sotto una buona stella”.
Anmat
Infausto, sfavorevole, incompleto.
Anm[atu-] è l’attributo dei mesi di 29 giorni. An rappresenta
il prefisso negativo del termine matu-, ne ribalta perciò i significati.
Evidentemente i mesi di 29 giorni erano visti come mesi incompleti e per questo
poco propizi.
Atenoux
Ritorno ciclico, rinnovamento.
Troviamo questo termine all’inizio di ogni seconda quindicina di giorni di
ogni mese del calendario di Coligny. Esso è composto dal termine noux
preceduto dal prefisso ate- il cui significato è ben conosciuto in quanto
attestato in altri testi gallici e indica la ripetizione di qualcosa.
L’interpretazione del termine noux invece si è evoluta con i progressi
della linguistica gallica, inizialmente era stato associato allindoeuropeo
nokt- “notte”, ipotesi che si è poi rivelata sbagliata in quanto questa
radice non accetta mai il dittongo -ou- che invece riscontriamo nel
termine noux ed inoltre nel calendario “notte” è tradotto con il termine
-nox nella parola trinox- relativa alla festa di Samain.
È invece più probabile che noux derivi dall’indoeuropeo neuk-
“oscurità” il che darebbe unito al prefisso ate- il significato “di nuovo
l’oscurità, ritorno al periodo scuro”, già più coerente con la struttura del
calendario (atenoux coincide con la luna nuova) e l’approccio druidico al
tempo.
L’ipotesi è confermata dalla comparazione con l’irlandese arcaico athnughud
“rinnovamento”, con l’irlandese moderno athnuaigh “rinnovare” e
athnuachan “rinnovamento”, basati sulla radice indoeuropea neu-
“nuovo”.
Altra interpretazione, sempre nella stessa direzione, è quella che vede
atenoux composto da ate- en oux (o oups-) da
tradursi in “di nuovo in ascesa”, cioè come segnale di lettura posto sul
calendario di Coligny ad indicare il ciclico inizio della fase montante della
luna.
Nomi dei mesi
Samon
Mese dell’incontro con gli Avi.
È il nome abbreviato del primo mese del calendario di Coligny, il termine
originale samonios o samonos o anche samonis lo troviamo in
altre forme abbreviate: samo-, sam- e samoni al genitivo.
Il termine sembrerebbe contenere la particella samo- che sia nelle lingue
galliche che nell’indoeuropeo significa “estate” ed essendo posizionato
esattamente a 6 mesi di distanza dal mese di Giamoni(o)s, il cui
significato è attestato come “Fine dell’inverno”, la traduzione che sembrerebbe
essere più probabile è “Fine dell’estate”.
Nonostante queste apparenti evidenze è forse più verosimile che Samonios
abbia anche altri significati, lasciando al mese di Edrini il compito di
chiudere ufficialmente la bella stagione, anche in accordo con i tempi agricoli.
Secondo alcune ipotesi sempre più accreditate tra gli studiosi il termine
irlandese Samain così come il gallico Samoni(o)s, pur contenendo
il prefisso samo-, avrebbe poca attinenza con l’estate, anzi alcuni
ritengono che potrebbe addirittura fare riferimento al solstizio invernale anche
se tale ipotesi è poco accreditata. In effetti è verosimile che il significato
di samonios sia prossimo a quello di “assemblea, riunione”, da cui
l’antico irlandese samain (termine che deriva da essaim e che
indica le api), anche in sanscrito sàmanam significa “assemblea,
riunione, festa”, nell’antico norreno saman significa “insieme, gruppo”,
infine la radice indoeuropea sem-, som-, sm- significa
proprio “insieme”.
Dal gallico samoni(o)s deriva indubbiamente il nome della festa
panceltica di Samain, dedicata ai morti. Infatti troviamo sul calendario
di Coligny in coincidenza con il 17° giorno di Samonios l’indicazione
trinox samo[ sindiv (trinoxtion Samoni sindiu) “da oggi la festa
delle tre notti di Samonios”.
La festa è ancora celebrata oggi sotto altri nomi e secondo il folklore moderno
durante questo periodo le entità soprannaturali e gli spiriti degli Avi e dei
morti in generale entrano in contatto con i viventi.
Ricollegando perciò la festa di Trinoxtion Samoni alla moderna
festa irlandese di Samain, passata in tempi più recenti al resto del
mondo anglofono come Halloween, e facendo riferimento poi a allocuzioni simili
in greco e sanscrito il significato diventa “momento (luogo) di incontro con gli
Avi” o “riunione con i Padri” (sm-uid- e sam-vid).
Duman
Mese delle fumigazioni.
È la forma abbreviata di dumanios o dumanos o dumanis,
secondo mese del calendario celtico, la si trova anche come dumann,
dumn ed al genitivo come dumanni, dumani.
È prossima al termine latino fumus, sanscrito dhumah, lituano
dumai “fumoso”, greco thumos “anima, cuore” e thumiao “fare
fumare”.
La relazione tra “fumo, vapore” e “anima, forza vitale” è insita nel termine e
potrebbe indicare la natura sacrificale e senza dubbio rituale di questo mese.
Riuros
Mese del freddo intenso.
È nome del terzo mese del calendario di Coligny e non ne sono conosciute
abbreviazioni. Normalmente il termine riuros viene messo in relazione
all’omologo dell’ irlandese arcaico réud “grande freddo”, al gallese
rhew “gelo, freddo intenso”, al bretone reo e rev “grande
freddo”, tutti termini derivanti dalla comune radice indoeuropea preus-, che
ritroviamo anche nel latino pruina “gelata bianca” da cui l’italiano brina, nel
germanico friosan “gelare” e nel sanscrito prusva “gelata”.
Qualche studioso lo fa derivare da ro-iuos che significa “grande
festa”, ma è una traduzione che contrasta troppo fortemente con
l’interpretazione più comune.
Anagan
Mese del riposo.
È la forma abbreviata del termine [a]nagtio- che troviamo sul
calendario di Coligny e il cui nominativo dovrebbe essere anagantios,
benché di questa parola potrebbero essere possibili altre versioni. La
particella an- iniziale è senza dubbio privativa e il tema -agantio-
sembra essere una forma participiale della radice ag- “condurre, andare,
portare”, nell’irlandese antico troviamo infatti ag- con il medesimo
significato, nel gallese agit “essi vanno”, nel latino ago, etc.
Perciò Anagan indicherebbe un periodo nel quale non si viaggia o forse
vige il divieto di viaggiare, cioè in cui si resta e, probabilmente, si riposa.
Il periodo dell’anno al quale fa riferimento, la fine dell’inverno, indica un
momento in cui le provviste sono quasi terminate, la selvaggina scarseggia e la
natura non si è ancora risvegliata, indicato perciò a preservare le energie.
Ogron
Mese del freddo.
Abbreviazione, anche nella forma ogronn, del nominativo ogronnios
o ogronnos. È attestata anche una forma ogronu, che potrebbe
essere però un errore di compilazione da parte degli autori del calendario di
Coligny.
Il significato del termine sembra piuttosto chiaro e deriva dal celtico insulare
ougro- che significa “freddo”. Lo stesso significato lo troviamo nel
termine arcaico irlandese ùar e òcht e nel gallese oer.
Ogron è perciò un mese moderatamente freddo in rapporto a Riuros,
mese del “grande freddo”.
Cutios
Mese delle Invocazioni.
Lo troviamo al nominativo come gutios, cut- e al genitivo
cutio, qutio, quti. Da notare l’alternanza della “c/q” con la
“g”, già presente anche nel termine indicante il mese di cantlos/gantlos,
con una netta predominanza della “c/q”.
Cutios/Gutios è prossimo al termine dell’irlandese arcaico guth
“voce” e al gallico gutuater “invocatore”. Il significato della parola
sarebbe dunque: “mese delle invocazioni”.
Giamon
Fine dell’inverno.
Abbreviazione di giamonios o giamonis dall’etimologia molto
chiara in quanto la parola contiene direttamente il termine gallico che indica
l’inverno giamo-. Potrebbe in tal senso indicare l’inizio o la fine
dell’inverno, ma il nome del mese successivo simiuisonna contenente il
termine celtico per la primavera non lascia dubbi sulla seconda ipotesi. Fine
dell’inverno.
Simiuis
Metà primavera.
Anche questa è una forma abbreviata e nel calendario di Coligny la troviamo
anche trascritta in semiuiso-, simiuiso-, -sonna- ecc. Il
nominativo è simiuisonna e con tutta probabilità è un parola composta dal
prefisso simi- o semi- “mezzo”, da cui il latino semi, il
greco hemi-, il sanscrito sami- e il termine uisonna- che
indica anche nell’indoeuropeo arcaico la primavera e che diventa in gallese
arcaico guiannuin, nel cornico arcaico guaintoin, da cui
uesnteino, in latino uer, in greco éar, in sanscrito
vasantà- ecc. Ossia, traducendo letteralmente: metà della primavera.
Un’altra ipotesi vede nel termine sonna- il nome del sole e lo equipara a
sonno-cingos “corso del sole”, ma in questo caso non viene preso
in considerazione il prefisso simi- per cui l’interpretazione non è
accettabile.
Equos
Mese dei Cavalli.
Il nome di questo mese rappresenta un piccolo enigma, se sembra evidente che
faccia riferimento ai cavalli avendo come omologo il termine greco indicante
questi animali, con la trasformazione labio-velare della sequenza k +
u in p, non si comprende allora perché ovunque altrove i celti
indicassero i cavalli con la radice epo-!
Si suppone perciò che il termine equos sia un arcaismo la cui
conservazione sia giustificata all’interno di un documento istituzionale quale
il calendario druidico oppure che il termine sia derivato direttamente dal
latino all’epoca della trascrizione dalle fonti orali del calendario stesso (I
sec. d. C.).
Elembiu
Mese del Cervo.
Decimo mese del calendario di Coligny, lo troviamo abbreviato anche in
elemb.
Il termine contiene in maniera molto evidente la parola indoeuropea che indica
il cervo elem-(bhos), affine al greco élaphos (elnbhos)
“cervo”, al gallese elain (elani), all’irlandese arcaico elit
(elnti) “capriolo, cervo”, ecc.
L’elembiu celtico ha forti corrispondenze con il nono mese del calendario
greco-attico durante il quale si celebravano feste dedicate alla dea della
caccia Artemide.
Edrini
Fine dell’Estate.
Trascritto anche come aedrini-, probabilmente un arcaismo del periodo
nel quale il dittongo ai non si era ancora contratto in ē, analogamente al caso
di equos con la sua labio-velare inattesa.
Il significato è ancora sconosciuto, ma alcune ipotesi vedono in edrini-
la radice aidh- che significa “ardore, fuoco” da cui poi il termine
latino aestas da cui è derivata la nostra parola “estate”.
In tal caso potrebbe significare l’inizio o il termine dell’estate, e vista la
posizione del mese nel calendario si dovrebbe interpretare come “Fine
dell’estate”.
Se si considera il significato della radice aidh- possiamo interpretare
il termine come “Fine del periodo dell’ardore” nel senso in cui in questo
periodo dell’anno cessavano le guerre, come è poi attestato anche storicamente.
Quest’ultima ipotesi è però meno consistente della prima, da preferirsi.
Cantlos
Tempo dei canti rituali.
Il significato del termine Cantlos, con la variante Gantlos
così come per il mese Cutios/Gutios, probabilmente è simile a
quello dell’irlandese arcaico cétal “canto, recitazione”, del gallese
cathl “canto, poema, inno”, del bretone quentel “canto liturgico”,
tutti contenenti la radice indoeuropea kan- “cantare”, da cui il latino
canō, ecc.
Cantlos è dunque il mese del canto rituale.
Autore Galad 'r Noz
Pubblicato il 29/09/2005
Fonti: Xavier DELAMARRE, Dictionnaire de la Langue Gauloise,
edizioni Errance, ISBN 2-87772-198-1
P. LAMBERT, La Langue Gauloise, edizioni Errance, ISBN 2-87772-089-6
R. GRAY e Q. ATKINSONS, Language-tree divergence times support the Anatolian
theory of Indo-European origin, in Nature del 27 novembre 2003.